Uno dei settori per cui l’Italia è famosa all’estero è certamente quello calzaturiero. Il rinomato pregio delle scarpe prodotte in Italia è un punto forte della nostra economia. Se da una parte gli stranieri prediligono una scarpa prodotta nel nostro paese perché apprezzano qualità, raffinatezza, comodità da un’altra, nostro malgrado, sta dilagando sempre più la tendenza all’acquisto di prodotti stranieri per mille motivi:
- un po’ il costo notevolmente inferiore;
- un po’ la facilità con cui si possono reperire;
- un po’ la similarità solo esteriore con i prodotti italiani.
Oggigiorno, molti consumatori acquistano calzature non prodotte in Italia per il fatto di essere economiche ed apparentemente uguali esteticamente, tutto ciò a discapito anche della salute dei propri piedi.
I materiali utilizzati per la fabbricazione di queste scarpe sono molto spesso dannosi, oltre al fatto che l’anatomia della scarpa provoca frequentemente disturbi posturali.
Una così eccessiva diffusione e prezzi limitati di calzature e altri prodotti, nascondono talvolta problemi di illegalità, sfruttamento del lavoro, utilizzo di sostanze nocive alla salute.
I prodotti, sono spesso trattati con sostanze chimiche non idonee al contatto con la cute umana, e possono dare origine a fenomeni allergici o di intossicazione. Un esempio sono le ammine aromatiche, sostanze liberate dai coloranti durante le fasi produttive ed il successivo utilizzo dei capi d’abbigliamento e calzature. Queste ammine, assorbite a livello cutaneo, sono ad effetto cancerogeno soprattutto nei confronti della vescica. La motivazione, dell’uso di questi coloranti, sta nei costi di produzione: l’utilizzo di coloranti a basso costo consente risparmi troppo appetibili per non essere rincorsi. I coloranti azoici, responsabili della presenza delle ammine aromatiche, vengono purtroppo utilizzati per la fabbricazione di un gran numero di prodotti contenenti lana,cotone e cuoio. Per via dei loro effetti disastrosi sulla salute, sono vietati in Europa: ma evidentemente è impossibile bloccare i flussi di capi “contaminati”.
Sono centinaia le sostanze chimiche utilizzate nell’industria tessile per la colorazione, come spiega la responsabile di Green Peace: “In questi anni abbiamo analizzato i vestiti e le scarpe delle maggiori aziende mondiali e abbiamo chiesto loro di eliminare subito i composti più pericolosi come:
- i nonilfenoli etossilati (Npe),
- gli ftalati
- gli perfluoroclorurati”.
- I nonilfenoli etossilati, una volta rilasciati nell’ambiente, non si degradano facilmente, risalgono la catena alimentare fino arrivare all’uomo e possono alterare il nostro sistema ormonale. In Europa il loro utilizzo è vietato per molti prodotti.
- Gli ftalati sono utilizzati nella pelle artificiale, nella gomma e in alcuni coloranti. Entro il 2015 verranno messi al bando nell’Ue.
- I composti chimici perfluoroclorurati hanno effetti sul fegato e possono influire sui livelli di crescita e sulla riproduzione ormonale.
E’ doveroso fare una precisazione parlando di materiali dannosi: a partire dal giugno 2007 l’Unione Europea ha adottato la normativa “Reach”, che si occupa della regolamentazione e dell’importazione delle sostanze chimiche all’interno dei beni di consumo. La normativa è estremamente importante nell’ottica dei controlli, poiché prevede sia la registrazione che la successiva autorizzazione all’uso di circa il 30% delle sostanze chimiche circolanti nel territorio europeo.L’organismo europeo che si occupa dei controlli sui prodotti potenzialmente pericolosi per i consumatori (ad eccezione di cibo, prodotti farmaceutici ed apparecchiature mediche) è il RAPEX (“Rapid Alert System for non-food consumer products”), che possiede un vero e proprio sistema d’allerta in grado di attivarsi in tempi brevissimi. A livello italiano, i controlli sono affidati innanzitutto alle autorità doganali, per il controllo dei flussi di prodotti in entrata nel nostro Paese. Sul territorio, agiscono mediante controlli i Nuclei Anti Sofisticazioni dell’Arma dei Carabinieri (NAS), ed anche le autorità sanitarie vigilano sugli esercizi commerciali.Ogni anno migliaia di tonnellate di prodotti contraffatti entrano in Italia e vengono commercializzati, questi prodotti sono spesso trattati con sostanze chimiche non idonee al contatto con la cute umana, e possono dare origine a fenomeni allergici o di intossicazione. Un esempio sono le ammine aromatiche, sostanze liberate dai coloranti durante le fasi produttive ed il successivo utilizzo Anche qui la motivazione sta nei costi di produzione: l’utilizzo di coloranti a basso costo consente risparmi troppo appetibili per non essere rincorsi. I coloranti azoici, responsabili della presenza delle ammine aromatiche, vengono purtroppo utilizzati per la fabbricazione di un gran numero di prodotti contenenti lana, cotone e cuoio. Per via dei loro effetti disastrosi sulla salute, sono vietati in Europa: ma evidentemente è impossibile bloccare i flussi di capi “contaminati”.
Ed è giusto dare questo tipo di informazioni per poi poter fare le dovute considerazioni e poter dire che una scarpa di qualità italiana:
- ha sicuramente un prezzo più elevato
- ha anche una durata notevolmente più prolungata,
- permette al corpo una giusta postura. Da tutto ciò quindi si evince che non può che giovare, calzare una scarpa di qualità.
*una ragazza giovane che vuole essere alla moda, indossando però la qualità e il glamour?
Per lei c’è bisogno di una calzatura che rispecchi varie caratteristiche:
-con tacco alto, ma alla moda, per essere al passo con i tempi anche in una serata;
- sneakers bassa, ma alla moda, per essere allo stesso modo al passo coi tempi ma per essere più comoda e libera di muoversi sia al lavoro, che in palestra, che in passeggiata con le amiche;
*una donna in carriera?
Per lei c’è bisogno di una calzatura che trasmetta:
- eleganza, charme, comodità per colei che indosserà queste calzature con tacco alto tutto il giorno in ufficio e nelle riunioni di lavoro;
*una signora che cerca solo il confort?
Per lei c’è bisogno di calzature comode, in pelle, con plantare estraibile qualora vi sia bisogno, si pensi sia alle scarpe, sia alle ciabatte che queste signore desiderano indossare e la caratteristica principale che devono avere è l’essere confortevoli al massimo;
*un ragazzo giovane alla moda?
Per lui serve una scarpa modaiola ma al tempo stesso adattabile a vari tipi di abbigliamento;
*un uomo in carriera?
Qui c’è bisogno di una scarpa elegante che possa calzare ogni giorno sotto agli abiti oppure una scarpa più casual per colui che comunque non veste elegantissimo;
*una mamma che cerca una scarpa per i propri bimbi?
Le scarpine che cerca possono essere comode, pratiche, di qualità e il più resistenti possibile…ma a prezzi non eccessivamente esagerati perché il bimbo cresce e consuma le calzature più facilmente di un adulto e per questo necessitano di esser cambiate più spesso;
*un lavoratore sia esso impegnato su cantieri o in campo infermieristico?
Servono quindi due tipi di calzature: -scarpe antinfortunistiche di vario tipo per colui che è impegnato in attività per le quali è necessario essere protetti e –pianelle sanitarie e ortopediche per chi invece lavora in tutt’altro ambito ossia sanitario, cucine.
Il valore del made in italy è stimato ed apprezzato e come tale deve comparire facilmente e velocemente sulla confezione di una calzatura italiana per permettere al cliente che desidera comprare solo prodotti italiani di individuarlo e raggiungerlo con facilità all’interno del tuo negozio.
Come rendere più visibile questo enorme lato positivo?
Con l’applicazione del marchio: “made in italy” o “prodotto in italia” sulla scatola della calzatura, oppure con l’apposizione della “bandiera italiana che con il tricolore” rende ancora più facile alla vista riconoscere la provenienza.
Ma c’è chi è in grado di contraffare anche questo. Come fare quindi a riconoscere una calzatura italiana?
Ti è mai capitato di avere difronte il cliente che ti chiede: “Ma siamo sicuri che sia italiana?”. Ecco come risolvere!
Rendere più visibile questo enorme lato positivo, non solo attraverso la bandiera italiana o la scritta made in italy, è importante anche attraverso anche altri fattori, quali:
- l’olfatto: una calzatura in pelle, in camoscio, con fondo cuoio o gomma ha un profumo tutto suo e che si contraddistingue. Se è vera pelle il profumo è immediato e non ha nulla a che vedere con l’odore acre di una calzatura di altra provenienza
- il tatto: una calzatura il pelle o camoscio, la si riconosce dalla morbidezza qualora sia una nappa morbida, dal materiale più sostenuto qualora sia una vacchetta; una calzatura con fondo gomma o fondo cuoio la si distingue per la morbidezza e flessibilità dell’una, rispetto alla rigidità e pregevolezza dell’altro;
- la vista: con la possibilità di notare il cambio di tonalità sfiorando le dita sul camoscio scrivente; o vedendo la lucidità di una vernice.
Ovviamente su ogni calzature troverete apposto un piccolo adesivo indicante quali parti della scarpa sono in pelle.
Etichetta dei materiali (artt. 2-4 D.M. 11/04/1996): L'etichetta deve fornire informazioni scritte in lingua italiana relative ai materiali di cui sono costituite le tre parti che compongono la calzatura (tomaia, rivestimento della tomaia e suola interna, e suola esterna). In alternativa essa può essere rappresentata da simboli I simboli dei materiali devono figurare vicino ai simboli che si riferiscono alle tre parti della calzatura e devono avere dimensioni tali da essere comprensibili L'etichetta deve indicare il materiale che compone almeno l'80% della superficie della tomaia, del rivestimento della tomaia e suola interna della calzatura, o almeno l’80% del volume della suola esterna. Se nessun materiale raggiunge tale limite, è opportuno che l'etichetta riporti informazioni sulle due componenti principali.
Parti della calzatura e simboli corrispondenti (all. I D.M. 11/04/1996):
TOMAIA: è la superficie esterna della calzatura, attaccata alla suola esterna.
RIVESTIMENTO TOMAIA E SUOLA INTERNA: si tratta della fodera e del sottopiede che costituiscono l'interno della calzatura.
SUOLA ESTERNA: è costituita dalla superficie inferiore della calzatura, attaccata alla tomaia e soggetta ad usura.
Descrizione e simboli usati per i materiali (all. I D.M. 11/04/1996):
CUOIO E PELLE: indica la pelle o il pellame di un animale che conservi la sua struttura fibrosa originaria, debitamente conciato in modo che non marcisca. I peli o la lana possono essere asportati oppure no. Se il cuoio ha uno strato di rivestimento, indipendentemente da come sia stato applicato, o uno strato accoppiato a colla, tali strati non devono essere superiori a 0,15 mm.
CUOIO RIVESTITO: si tratta di prodotto nel quale lo strato di rivestimento del cuoio (o l'accoppiatura a colla) non supera un terzo dello spessore totale del prodotto, ma è comunque superiore a 0.15 mm. Il materiale è costituito da uno strato molto sottile di cuoio accoppiato con altro materiale pressato, come cartone, gomma e stoffa.
MATERIE TESSILI: naturali e sintetiche o non tessute.
ALTRE MATERIE: diverse da quelle descritte (polimeri, gomme, sugheri).
Vedi immagine rappresentativa dei simboli utilizzati.
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Il 99% dei prodotti trattati è rigorosamente made in italy, proveniente da ditte storiche del nord, centro e sud italia.
E’ l’unico paese Ue nella top ten dei produttori mondiali in termine di volume ed è da sempre leader indiscusso tra i produttori di calzature di fascia alta e lusso, ad elevato contenuto moda. E’ il terzo nella graduatoria dei Paesi esportatori in volume, dopo la Cina e il Vietnam.
Nella fattispecie vi sono zone conosciute da tempo come “distretti calzaturieri italiani” dove la lavorazione delle calzature è il punto forte, e i nostri acquisti si concentrano in queste zone, che si trovano in regioni quali: il Veneto, le Marche, la Toscana, la Lombardia, la Campagna, la Puglia e l’Emilia, dove viene prodotto, lavorato e confezionato il “prodotto calzaturiero italiano” che noi tutti sappiamo essere pregiato ed apprezzato anche a livello internazionale.